venerdì 29 giugno 2007

Cultura e Nuovi Media

Alla Festa de l'Unità del Barco, questa sera, alle 21.00.
Renato Parascandolo [l'artefice del successo de
La storia siamo noi] e Michele Mezza, giornalista e sociologo della comunicazione, parleranno di cultura e nuovi media, coordinati da Michele Travagli dei DS.


mercoledì 20 giugno 2007

Piero Fassino a Ferrara


Venerdì 22 giugno 2007
Festa de l'Unità del Barco

mercoledì 6 giugno 2007

Ho visto una cosa nuova, bella, non la solita iniziativa stile Pcus alle quali siamo ormai abituati.

Si parlava di Pd, c'erano quasi duecento persone, molte delle quali appartenenti a quella fascia generazionale che troppo spesso è assente dai dibattiti, ovvero i trenta, quarantenni.
Un po’ di gente DS, un po’ di Margherita, tanta di quella "società civile". Quella vera, però, non gli appassionati del Pd, come qualcuno li ha definiti.
Era davvero tanto tempo che non vedevo una platea così fatta, e ho scoperto subito il motivo:non c'era nessuno dei "soliti" che parlava, ma semplicemente la parola era lasciata alle persone.
Interventi belli, veloci e concreti introdotti da un video di 5 minuti nel quale si intervistavano le persone e gli si chiedeva cosa volevano veramente da questo benedetto partito democratico.
Una delle cose più carine della serata era che all'ingresso ti veniva consegnata una cartolina dove dovevi indicare 3 domande e 3 parole del Pd. Le cose scritte venivano poi proiettate sulle schermo in diretta... la cosa che mi ha colpito è che queste cartoline, solitamente evitate come la peste, sono andate a ruba. Tutti hanno scritto, tanti hanno detto.
Sono uscita da quella sala felice di quello che avevo visto, finalmente "cambiare le modalità" e "partecipazione" quella sera si erano concretizzate.
E si erano concretizzate senza luoghi comuni, senza urla, ma con la voglia di pensare e riflettere.
Una bella serata. Qualcosa di positivo in mezzo a tanto grigiume romano o similare.
Un saluto e tanti complimenti ai ragazzi e alle ragazze di Ferrara, con i quali, oltre la politica, è stato davvero bello parlare, ridere e ritrovarsi.

Stefania Gasparini (DS - Carpi)

lunedì 4 giugno 2007

Dal 30 maggio 2007...

il processo di costituzione del PD sta procedendo con eccessiva lentezza; suscita inoltre scetticismo un comitato promotore numeroso, con poche facce nuove.
Tale processo va accelerato affinché non si affievoliscano:
> la passione di chi ripone in esso le speranze di cambiamento della politica, vissuta secondo i principi dell’etica;
> le aspettative di veder all’opera ciò che in politica dovrà rappresentare la novità.
Come non accorgersi che si sta aprendo un abisso tra la politica e la gente !
E tanto più è urgente dopo i risultati elettorali delle amministrative del 27 maggio, che hanno premiato le coalizioni di centrodestra.
Come riportare la gente alla politica, e come ridare ad essa credibilità ?
Con questi obiettivi, uno fra i tanti problemi da affrontare consiste nei costi che essa produce.
Tale problema è allarmante, dice soprattutto chi non se ne avvantaggia ! Ma al di là delle battute, va detto che è stato più volte posto con grande evidenza dalla voce più autorevole del paese, il presidente Napolitano; e recentemente anche Carlo Azeglio Ciampi ha ammesso, nel merito, che “non si può non convenire”.
Quali costi produce la politica ?
Ciò che colpisce in prima istanza è il costo delle cariche elettive (senatori, onorevoli, consiglieri regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali), che ammonta a oltre 4 miliardi di euro, quanto Francia, Germania, Inghilterra e Spagna messe insieme.
Ma ancor più meraviglia, e non solo, susciterebbe la conoscenza dei privilegi di cui godono politici, manager, sindacalisti e altri; una vera giungla tra bonus faraonici, indennità, benefit a spese altrui, poltrone e incarichi assicurati, ecc., che sopravvivono ad ogni accennata ondata di moralità e ad ogni stretta, come dimostra un recente sondaggio SWG realizzato per conto de l’Espresso.

A tutti questi costi vanno aggiunti quelli derivanti da:
> denari pubblici garantiti dallo stato ai partiti. I finanziamenti pubblici abrogati dal referendum dell’aprile 93 sono stati compensati dagli ingenti rimborsi elettorali. E non v’è dubbio che tale sistema premi, per così dire, la frammentazione;
> i finanziamenti pubblici a sostegno degli organi di stampa;
> i costi della miriade di enti mantenuti con soldi pubblici, a volte inutili, che in tanti casi servono a cofinanziare l’attività elettorale di un parlamentare o di un partito.
I costi delle strutture istituzionali devono essere evidentemente previsti in quanto servono a garantire i servizi ai cittadini di un determinato territorio. Ma se consideriamo province e comuni, la domanda è: il loro numero è sempre funzionale ad una efficiente erogazione dei servizi su un determinato territorio?
L’intero sistema può e deve essere semplificato, con l’obiettivo di ridurre i costi di questa immane macchina pubblica ?
Per non dire delle circoscrizioni; nella nostra città ne contiamo otto, otto consigli, 160 consiglieri, senza contare le commissioni. Ma rappresentano i costi più bassi e iniziare dalle circoscrizioni significherebbe solo sollevare polvere.
La partecipazione delle regioni a enti di varia natura genera “poltrone satelliti”: autorità per le case popolari, agenzie per il turismo, aziende per il diritto allo studio; un apparato gigantesco e tentacolare. Un dato della Regione Toscana, che partecipa a ben 104 enti di varia natura.
A volte le attività dei vari enti si intersecano con quelle delle amministrazioni producendo duplicazioni, e quindi sprechi. Per rimanere in Toscana, il servizio del turismo compete alle Amministrazioni Provinciali; eppure esistono 14 agenzie per il turismo, ben più numerose delle città capoluogo di provincia.
Nella nostra provincia esistono due agenzie create per favorire lo sviluppo di attività produttive nel territorio; entrambe dotate di una propria struttura gestionale - amministrativa e del consiglio di amministrazione. Sono entrambe necessarie?
Una di queste agenzie pare fortemente indebitata; come è accaduto? Chi paga ?
Nei vari servizi pubblici, gas, rifiuti, cimiteriali, ecc. la scelta di un’unica azienda, di grandi dimensioni appare ancor oggi appropriata per garantire ai cittadini la qualità del servizio alle tariffe più convenienti; senza che possano essere sfruttate posizioni di rendita. Nella nostra provincia si continua ad assiste alla frammentazione di società a capitale pubblico, che svolgono lo stesso mestiere nei settori sopraindicati.
Ogni società deve avere la propria struttura e il consiglio di amministrazione.
A incidere significativamente sui costi aziendali troviamo a volte la figura dell’ amministratore delegato, funzione talora ridondante rispetto alla complessità dell’azienda e alla entità dei ricavi, oltre alle retribuzioni del management, sproporzionate rispetto a quelle delle maestranze. Ciò non si dice per colpire le singole persone, ma per criticare un sistema. Dobbiamo infatti considerare che tutto ciò che viene speso in più dalle società non arriva nelle casse pubbliche, dove potrebbe essere destinato ai soggetti disagiati e per migliorare i servizi.
Quindi la domanda è: l’intero sistema può e deve essere razionalizzato?
Per affrontare queste problematiche non basta la sola sensibilità verso l’interesse pubblico, ma occorre anche molto coraggio.
Spero che la partecipazione della gente e di tanti giovani serva ad infondere agli amministratori pubblici il coraggio di iniziare.

Alfredo Franzoni – Circoli della Margherita per l’Ulivo